mercoledì 11 aprile 2018

Kermesse, un anno dopo

Sono passati 12 mesi esatti dall'ultima volta che si è organizzato un evento per raccogliere dei fondi necessari alle necessità dei fanciulli e si è deciso di riproporlo però, a differenza delle altre volte, l'obiettivo era ben delineato e forse più ambizioso: comprare i testi scolastici ai ragazzi. Motivo? Quanto mi era stato dato non era bastato neppure per quaderni, gomme, matite, penne e quant'altro e non si poteva pensare di fotocopiarli come si era fatto anni fa, per non andare contro la legge.
Si è pensato a tutto per porre soluzione al problema perchè quando si tratta di acquistare come minimo 6 o 7 libri per ciascuno dei 62 bambini che ospitiamo, i cui prezzi vanno dall'equivalente di 10 euro in su,  e la cassa piange bisogna ingegnarsi: per il livello di istruzione secondaria si è potuto prendere dei testi usati ma per quella primaria purtroppo no. La cosa era aggravata dal fatto che i professori non potevano di certo aspettarci e seguivano con il loro programma, creando un certo disagio ai nostri piccoli ospiti che venivano anche derisi dai compagni in quanto sprovvisti del testo su cui studiare. La Provvidenza però non si è dimenticata di noi ed ancora una volta ci ha dato una mano visto che ci hanno prestato dei soldi senza chiedere nessun interesse: questo ci ha permesso di organizzare una nuova kermesse con calma e non con il tempo contato, cosa che potenzialmente poteva giocarci contro e non farci fare le cose per bene.
I preparativi sono durati un mese ed ognuno aveva il suo compito, consapevole che avrebbe potuto dare una mano agli altri se sarebbe stato necessario perchè siamo una squadra che lavora ed ha a cuore questi ragazzi e vuole perlomeno raggiungere l'obiettivo minimo di raggiungere la cifra che consentirebbe di restituire il prestito: c'è chi si occuperà di cucinare, altri dovranno addobbare il campo coperto, alcuni dovranno sistemare tavoli e sedie mentre il sottoscritto si occuperà del bazar in compagnia della fisioterapista vendendo giochi, cd e vestiti usati. Una cosa era sicura: non eravamo soli perchè tanti benefattori ci hanno donato i regali per la lotteria, le bibite ed alcuni ingredienti per  preparare i piatti da vendere. Anche i ragazzi hanno fatto la loro parte vendendo ai vicini e a scuola i biglietti della riffa e preparandosi con i propri educatori in alcune danze per allietare la giornata e ringraziare così chi fosse venuto.
I 7 giorni precedenti la kermesse sono stati di fuoco e ben presto ho capito che, in confronto, quanto vissuto durante la settimana santa era stata una bazzecola: Liliana cercava di tenere il filo di tutto ed io gli davo man forte, facendo quello che lei non poteva. Ammetto che mi sono fatto in quattro, mettendomi a disposizione di quello che c'era da fare senza esitare: sono qui per questo, se c'è bisogno del mio aiuto non posso tirarmi indietro... A volte però gli sforzi non sono stati ben ricompensati come sabato sera quando mi sono ritrovato con le ragazze più grande ad andare in giro con la camionetta per avvisare dell'evento dominicale e si è scaricata la pila dell'altoparlante: pazienza, l'importante è avercela messa tutta!
Il mio appoggio alla kermesse non si è limitato a questo: mi è stato proposto di ballare, come dire di no? All'inizio eravamo solo due maschietti per cui si è scelto di allargare la danza a tutti i ragazzi che frequentano il livello secondario ed io cercavo in tutti i modi di spronarli a dare il massimo: so che a più di qualcuno la cosa non andava a genio ma dovevano pensare che tutto quello che si stava organizzando era per loro, per fargli avere i libri su cui studiare, per la loro istruzione e non potevano starsene lì ad aspettare senza metterci niente di suo. Non è stata una passeggiata in quanto i fanciulli non la prendevano seriamente, a volte era più forte la voglia di fare gli scemi che il resto ma con pazienza, qualche arrabbiatura e tante risate siamo riusciti a dar vita al ballo che, nelle prove generali, ha riscosso successo: personalmente ho ricevuto anche qualche complimento sui miei passi, meravigliandomi della cosa visto che storicamente io e la danza non andiamo molto d'accordo.
Arriva il giorno della kermesse e la tensione è alle stelle: si sa che ogni piccolo intoppo ci può affondare, cerco di tranquillizzare Liliana quanto posso perchè sente la pressione e visto che ho il pieno controllo del bazar aiuto gli altri quando vedo che hanno bisogno. Tutto fila liscia, persino il clima ci dà una mano visto che le nubi della mattina lasciano spazio ad un bel sole caldo! Comincia ad affluire gente, i piatti cominciano ad essere venduti, alla cassa si inizia a fare la fila, i tavoli si riempiono ed anche da me cominciano gli acquisti da parte dei visitatori. Vedo con piacere che sono venuti vari ragazzi che sono stati ospiti del centro e scambio volentieri con loro qualche parola, giusto per sapere com'è ora la loro vita.
Il tempo vola ed è tempo delle esibizioni: mi sento un poco teso, c'è tanta gente e penso tra me chi me l'ha fatto fare, poi subito vedo qualche volto dei ragazzi e trovo la risposta. Liliana mi fa segno di sbrigarmi a cambiare, tuttavia esito e quando vedo gli altri andare a mettersi i vestiti per la danza ho un sussulto e corro dietro a loro. Una volta indossati gli abiti di scena, sento un gran caldo e non riesco a capire se è per l'emozione o il tessuto un po' troppo spesso ma non c'è da aspettare: bisogna andare! Nell'attesa vedo i maschietti un po' nervosi ed allora ne approfitto per ripassare i nostri passi. I minuti non sembrano passare mai e la pressione aumenta, ci chiamano ma dobbiamo temporeggiare ancora un poco per l'estrazione dei numeri della lotteria: sento gli occhi di tutta quella moltitudine su di me, ne sono intimorito. Guardo i volti dei fanciulli che ho intorno, capisco che loro seguiranno quello che farò, non posso permettermi errori e non posso far altro che dirmi che è il momento di dare veramente tutto. Iniziano le note della saya afroboliviana, questo il nome del ballo che presentiamo, e mi lascio prendere dalla musica, ignorando tutto quello che sta intorno: posso solo accorgermi che il pubblico partecipa e il gran applauso finale mi fa capire che la nostra esibizione è piaciuta. Mi sento sollevato, felice perchè i ragazzi lo sono, ma non posso fermarmi vista la folla che c'è al bazar e devo dar man forte: alla fine l'incasso sarà superiore a quello dell'anno scorso.
Quando anche le ultime persone se ne vanno è la volta  di pulire e di mettere tutto in ordine: siamo tutti stanchi, stravolti ma in vena di far battute perchè in cuor nostro sappiamo che è andata bene, la risposta della gente c'è stata. Non abbiamo ancora a disposizione il risultato di quanto incassato ma speriamo almeno di poter riuscire a restituire il prestito: sarebbe veramente il massimo, la ciliegina sulla torta soprattutto per gli sforzi che ciascuno ha posto affinchè tutto andasse per il meglio.
Har baje


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