giovedì 22 giugno 2017

Felicemente imbranato

Avete mai avuto l'impressione di essere del tutto impacciati nel fare una cosa? A me sì, mi capita spesso anzi la vivo in vari momenti della giornata. Il motivo? Un ragazzino in carrozzina, di circa 8 anni, entrato quest'anno al centro.
Buffo il destino: l'anno scorso, di questi tempi, iniziavo a conoscere e parlavo di Bautista e di come mi ha fatto bene averlo incontrato; quest'anno invece è il turno di Gabriel, questo il nome del bambino. A differenza del mio figlioccio, che riesce a muoversi seppur con molte limitazioni, il nuovo arrivato non è autosufficiente e necessita sempre di un aiuto: non può alzarsi e mettersi in piedi, non può andare in bagno da solo, non può cambiarsi i pantaloni senza qualcuno che gli dia una mano ed anche per farsi la doccia necessita di una presenza.... In poche parole prendersi cura di lui è un po' più complicato rispetto a Bautista.
Gabriel era arrivato a gennaio ma io l'ho conosciuto solo ad aprile, visto che al mio ritorno si trovava in un centro specializzato in malnutrizione per le condizioni in cui versava: la prima impressione nel vederlo è stata di trovarmi davanti ad un fanciullo profondamente triste, confermata più volte dalle giornate vissute insieme. Ho potuto constatare che la sua disabilità fisica è ampiamente compensata dalla sua intelligenza: è un bambino molto sveglio, attento ad ogni cosa ed osserva tutto con attenzione, facendo poi domande o considerazioni mai banali. Col tempo ho scoperto che a volte è un po' pigro, nel senso che alcune cose potrebbe farle, nonostante la sua condizione, ma approfitta del sostegno degli altri per evitare di compierle: ad esempio ho scoperto che poteva mettersi a letto senza alcun aiuto, dopo che per diverso tempo le educatrici ed io lo alzavamo di peso dalla sedia a rotelle. Alla mia domanda sul perchè non aveva detto a nessuno che poteva farlo da solo, candidamente mi ha risposto che nessuno gliela aveva mai chiesto e, visto che c'era chi lo aiutava, perchè fare fatica?
La cosa che più mi fa sentire impacciato è quando mi trovo nella situazione di portarlo al bagno: la cosa più semplice è quando deve fare pipì anche se devo alzarlo e contemporaneamente aiutarlo con i pantaloni e tenerlo in una posizione che gli faciliti il tutto... In queste occasioni mi sento davvero un pesce fuor d'acqua! Ricordo come fosse ieri la prima volta che mi ha chiesto di aiutarlo ad andare in bagno: intimorito della sua richiesta e di fargli male, sono andato a chiedere aiuto a Don Eliseo perchè veramente non avevo alcuna idea su come fare! Il tutto poi si complica quando deve espletare altre necessità e bisogna aiutarlo a pulirsi: tralasciando i dettagli, devo dire che il ragazzo cerca di collaborare il meglio possibile anche se l'imbarazzo che provo è grande.
Questo sentirmi inadatto spesso l'ho avvertito quando mi sono ritrovato a fargli la doccia, a cambiarlo o mettendolo a dormire: avevo paura di “romperlo”, di fargli qualcosa per cui si facesse male nonostante ci mettessi tutto me stesso. Perchè continuare ad aiutare questo fanciullo allora? Perchè quando lo vedo, con quella espressione triste, chiedendomi aiuto non posso voltarmi, non posso andare alla ricerca di qualcuno che mi possa sostituire: la sua richiesta è rivolta a me ed a nessuno altro, gli è costata parecchio farla perchè sa che purtroppo non può farcela da solo, deve fare i conti con la triste realtà che non può camminare. In quel momento rappresenta ciò che credo e non posso tirarmi indietro: sono qui per lui, poco importa se a volte mi sento impacciato, e se la prima volta è venuta male, la prossima andrà sicuramente meglio.
A volte cerco di farlo sorridere e sono orgoglioso che ci riesca: quando compare un sorriso sul suo volto è davvero tutta un'altra storia! Ogni tanto ci gioco insieme e, spesso, la sera succede che metta a dormire sia lui che Bautista, visto che stanno nella stessa stanza: un bel momento perchè capita di ridere, di rispondere alle loro tante domande e dargli la buonanotte vedendo nei loro occhi un barlume di felicità nell'avere qualcuno che sta con loro fino all'ultimo, rimboccandogli le coperte e chiedendogli se hanno bisogno di qualcosa. Quando chiudo la porta mi sento contento, soddisfatto di essere felicemente imbranato perchè grazie a Gabriel ed a Bautista sto imparando che il sentirsi inadatto può essere vinto soltanto dall'amore.
Har baje

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