martedì 9 dicembre 2014

Solidarietà

Oggi è stata una giornata speciale: di solito siamo noi a ricevere donazioni e gesti di generosità, stavolta invece è toccato a noi regalare qualcosa a chi ne aveva più bisogno.
Poiché negli ultimi tempi ci sono arrivati molti sacchi pieni di giocattoli e di vestiti abbiamo fatto una selezione e stabilito che ciò che era in eccedenza o che non rispecchiava le nostre necessità (tipo indumenti per bambini fino ai 5 anni o per adulti) dovesse essere portato in posti dove sarebbero stati usati di sicuro. La scelta è caduta sul villaggio Ignacio Warnes, a circa venti minuti di macchina dall’hogar, che è una delle zone più povere della zona: man mano che ci avvicinavamo l’ho potuto notare dall’aspetto delle case, che assumevano un aspetto sempre più fatiscente. 
Oltre a don Claudio mi son portato appresso 6 ragazzi: questo per renderli partecipi del gesto e per far capire loro che fuori dall’hogar non è tutto rosa e fiori, c’è gente povera che stenta a campare, e quanto siamo fortunati ad avere qualcuno che ci aiuta e che questa nostra buona sorta va condivisa con chi purtroppo non ce l’ha.
Una volta arrivati a destinazione cerchiamo una signora che fa un po’ da coordinatrice del paesino e, non appena incontrata, la informiamo della nostra intenzione: visibilmente contenta, si offre di darci di una mano e di suonare la campana della piazza principale per riunire la gente che vive attorno al fine di dar loro quanto portato. Dopo qualche rintocco ecco che ci viene incontro e si avvicina alla camionetta un gruppo nutrito di bambini di tutte le età, sembra una marea, e ci sono pochissimi adulti: più tardi vengo a sapere che i genitori lavorano tutto il giorno in città e lasciano i figli da soli per la strada, affidando ai maggiori l’incarico di badare ai più piccoli indipendentemente dall’età (ne ho visti un paio sui 4/5 anni che badavano ai fratellini minori!). A questo punto, un po’ sorpreso dal numero e dalle facce di chi avevo intorno, dico ai ragazzi di procedere a distribuire quanto contenuto nei sacchi che avevamo trasportato fin lì, dandogli qualche consiglio, e mi allontano di qualche metro per scattare qualche foto… E’ stato un errore perché non sono più riuscito ad avvicinarmi alla camionetta perché circondata da ogni parte da fanciulli e signore che si spintonavano per ottenere qualcosa per sé: mio malgrado, ho assistito alla scena da spettatore ammirando l’impegno profuso da chi mi era portato dietro, nelle cui facce potevo leggere la gioia e la preoccupazione di fare al meglio quanto gli era stato chiesto di fare. Avevo l'impressione di guardare uno spezzone di un documentario o di un film in cui un convoglio umanitario di aiuti arrivava a portare alle popolazioni bisognose quanto necessitavano e queste si accalcavano attorno per ottenere anche una sola briciola: la differenza però è che era tutto reale, lo stavo vivendo davvero e ne ero il protagonista con don Claudio ed i ragazzi! Che sensazione incredibile, da pelle d’oca!
Una volta svuotata la camionetta e sparita la folla, due signore del posto ci hanno portato da bere come ricompensa di quanto fatto ed è in questo preciso momento che una bambina mi ha lasciato di stucco: ha visto un signore in età avanzata seduto e affaticato per il gran caldo e, dopo avermi chiesto il permesso, ha deciso di rinunciare al suo secondo bicchiere di coca cola per darlo a lui… Mi ha lasciato senza parole e nel mio cuore affiorava una certa soddisfazione, probabilmente quanto vissuto oggi le ha lasciato qualcosa dentro! 
Har baje


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